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(continua dal precedente sul rapporto tra cultura aziendale e finanza)

In primo luogo, una cultura aziendale positiva ha buone ricadute sulla reputazione del brand. I clienti sono fidelizzati e motivati, così come i dipendenti. Ci sono diversi studi che provano i modo schiacciante come un alto livello di engagement dei dipendenti porti a una decrescita del turnover.

Infine, la giusta cultura aziendale promuove cambiamenti positivi con maggiore innovazione e nuovi prodotti, che possono stimolare la produttività o espandere la base di clienti di un istituto finanziario. 

A questo proposito cito di nuovo un articolo di Forbes in cui si rilanciano le parole di John Chambers, ex amministratore delegato di Cisco.

Chambers sostiene che “il 40-50% delle Fortune 500 non esisterà più entro un decennio”. Secondo Chambers, l’attuale crisi è un momento spartiacque in cui sopravvive solo chi ha le forze e le caratteristiche adatte per sopravvivere.

Anche se resta da vedere quanto saranno efficaci i documenti che consigliano alle istituzioni finanziarie e ad altri settori di adottare la cultura “corretta”, non c’è dubbio che una cultura positiva e innovativa sia fondamentale per il successo di qualsiasi azienda. È uno studio senza fine, come del resto prevede l’imprenditorialità e la consulenza di un certo livello.

A cultura aziendale cambia nel tempo, e il mondo dei prodotti finanziari non può rimanere indietro.

C’è un fatto accaduto questo settembre che vale la pena menzionare, se parliamo di cultura aziendale e finanza: la Monetary Authority di Singapore, una delle principali autorità di regolamentazione finanziaria del mondo, ha pubblicato due documenti che parlano di cultura. 

Il primo documento si concentra su nove risultati che l’autorità ritiene debbano essere raggiunti da tutte le istituzioni finanziarie, il secondo cinque risultati che le istituzioni finanziarie dovrebbero raggiungere per rafforzare la responsabilità e promuovere un comportamento etico.

Una cultura aziendale nuova

Welfare, benessere psicologico sul posto di lavoro, inclusività… La cultura aziendale vira negli ultimi anni sempre più decisamente verso un miglioramento di standard, ma anche verso una creazione di standard condivisi, orientati al benessere globale dei dipendenti e dirigenti e a un migliore bilanciamento vita/lavoro. 

Dall’intrattenimento all’industria tecnologica, le aziende si stanno riorientando verso nuovi standard lavorativi .

Quindi, perché concentrarci nello specifico sul settore finanziario?

“Cultura” come norme implicite

In un articolo su Forbes ho letto il parere di William Dudley, ex amministratore delegato della Federal Reserve Bank di New York. Dudley ha descritto la cultura come “le norme implicite che guidano il comportamento in assenza di regolamenti o regole di conformità”. 

Andrew Bailey, governatore della Banca d’Inghilterra, ha detto invece che la cultura è “ovunque e in nessun luogo”. 

Insomma, senza voler partecipare alla disputa medievale sugli universali, e quindi stabilire se la cultura esiste o meno, mi sento di assentire anche con Bailey: spesso non serve un codice scritto per affermare come una serie di comportamenti siano radicati in un gruppo sociale (in questo caso, in un ambiente lavorativo). Semplicemente, vengono messi in pratica.

Forse, e questo lo aggiungo io, il ruolo dell’arte e della letteratura è proprio questo, cogliere l’in-standardizzabile sotteso al modo in cui agiamo e ci comportiamo con i nostri simili.

Se è buona arte, senz’altro.Ma al di là di queste definizioni, vediamo come finanza e cultura aziendale coesistono e perché è fondamentale una loro interazione proficua.
(Continua)

Oggi l’analisi dei mercati si preannuncia più difficile del solito. I mercati sembrano in tumulto e le criptovalute stanno ancora soffrendo dopo il recente crollo.
Ma andiamo con ordine.

Come vedere il sell-off di ieri

C’è ancora spazio per scendere, sembrano dire alcuni analisti di rilievo, e mi sembra una considerazione sensata.

Il movimento dell’S&P 500 di lunedì ha spinto l’indice di riferimento al 20% dai suoi massimi precedenti.

Ma l’S&P 500 è pronto per un ulteriore ribasso dell’8% dopo aver subito un grosso crollo, complice la generale incapacità di superare alcune resistenze e la mancanza di segnali rialzisti da parte degli indicatori.

Tutto ciò avviene fondamentalmente perché molti investitori sentono, in lontananza ma ben distinto, l’odore della recessione.

Altri fattori da monitorare

Un altro motivo va sommato a questo quadretto: il rialzo dei tassi, sia da parte della BCE, sia da parte della Fed.

Secondo il principale stratega azionario statunitense di RBC Capital Markets, è assai probabile che avremo un rally di mercato “rapido e furioso”.

Gli investitori dovrebbero comprare dei titoli sottovalutati e ad alto rendimento – è facile rendersene conto consultando dividendi e rendimenti di cassa liberi, a fronte di valutazioni insolitamente basse.

Mi è stato detto da una persona amica che sarebbe opportuno fare una piccola guida con qualche indicazione per i giovani investitori, o in ogni caso per chi si affaccia per la prima volta all’affascinante mondo della finanza.

Premetto che non sto elargendo verità assolute e non ho pretese manualistiche, ma voglio solo provare a dare un’infarinatura a chi è ancora digiuno da stock, azioni, obbligazioni e altri termini simili.

Le frodi

Invece di impostare questa miniguida come un glossario, mi sembra più saggio concentrarmi su un problema molto ricorrente: le frodi.

Se ricevi una promozione azionaria non richiesta, sii prudente.  Chiunque stia promuovendo l’azione potrebbe trarre profitto a tue spese gonfiando il prezzo dell’azione e poi vendendo le azioni.  I truffatori spesso usano tecnologie o industrie emergenti – comprese le offerte iniziali di monete (ICO) e i beni digitali – per attirare gli investitori come parte di uno schema fraudolento o manipolativo. Per esempio, possono annunciare pubblicamente uno sviluppo che è destinato a influenzare il prezzo delle azioni di una società. Oppure possono promuovere una società che sostiene di sviluppare prodotti o servizi relativi alle ultime notizie o tendenze.

Attenzione alle azioni microcap

Le informazioni disponibili al pubblico sui titoli microcap (titoli a basso prezzo emessi dalle società più piccole), compresi i penny stock (i titoli a prezzo più basso), spesso sono scarse.  Questo rende più facile per i truffatori diffondere informazioni false. Inoltre, è spesso più facile per i truffatori manipolare il prezzo delle azioni microcap perché le azioni microcap sono storicamente meno liquide delle azioni di società più grandi e spesso non sono scambiate su una borsa valori nazionale. 

Come accorgersi della frode

Ad esempio, il truffatore potrebbe raccomandarti di comprare azioni. Se le azioni della società sembrano essere promosse più pesantemente dei suoi prodotti o servizi, allora c’è un problema.

Inoltre, diffida di chi non ha dietro alcuna operazione commerciale reale: in alcuni casi i penny stock che sono promossi in modo aggressivo possono essere titoli di società di comodo dormienti. 

Altro fattore a cui prestare attenzione: l’aumento inspiegabile del prezzo delle azioni o del volume degli scambi, oppure la sospensione del trading da parte di organismi di controllo.

Anche, i frequenti cambiamenti nel nome della società o nel tipo di attività, o nella ragione sociale.

Le ultime elezioni hanno fatto calare il differenziale Btp-bund, e vorrei spiegare perché è sceso lo spread.

In sostanza, l’impressione che gli investitori esteri hanno ricavato dal panorama italiano, è che la maggioranza di governo è ancora stabile, e probabilmente durerà.

Poco importa, come immaginerete, cosa ne pensa politicamente l’elettorato del Parlamento italiano.

Come è giusto che sia, si guarda alla tenuta del Governo, che di conseguenza darà stabilità anche alle riforme economiche.

Servirà sicuramente del tempo, dopo la vittoria del sì, per sistemare commissioni parlamentari e collegi.

Durante questo tempo, secondo gli investitori, è molto improbabile che cada il Governo.

Anche se ci si potrebbe mettere a questionare su quest’ultimo punto, è comprensibile la posizione, soprattutto se vista dall’esterno.

La stabilità dei governi italiani è stata fortemente minata, ultimamente, e quindi è comprensibile che ogni segnale di ripresa sia preso come un buon segnale, di ritorno alla normalità.

Perché è sceso lo spread, anche se forse non dovrebbe

Per chi è un analista politico più scafato, però, rimane difficile credere che la stabilità italiana, d’ora in poi, sarà garantita. 

Infatti, non siamo nuovi a cambi di bandiera anche nei momenti in cui la stabilità sembra data per assodata. Non farò riferimento a questioni specifiche, ma ci siamo capiti: quante legislature sono arrivate a fine mandato così come erano state formate a urne chiuse?

Quante volte, inoltre, un Governo è crollato per la mancata fiducia, e si è andati a elezioni anticipate?

Quindi, bene che lo spread sia tornato ai livelli di prima di marzo 2020. Lo spettro del lockdown è stato definitivamente assorbito, e speriamo che la situazione duri il più a lungo possibile.

In fondo, il mio compito non è giudicare cosa vogliono fare gli investitori esteri. Io analizzo, confronto, e traggo conclusioni. Spero che facciate altrettanto, e che badiate ai vostri investimenti.

Non proprio una novità, i green bond, visto che se ne parla in proporzioni variabili più o meno in tutti i consessi di menti ecologiste, almeno dal 2007.

La crescita lenta e inesorabile 

I green bond, o climate bond, hanno conosciuto negli ultimi 15 anni una crescita inesorabile. La crescente attenzione per l’ambiente si è dimostrata non solo un ultimo atto mediatico, ma anche una tendenza delle aziende. 

Celebre è stato il caso della catena di American bar Starbucks, che ha emesso 3 green bond per finanziare il proprio progetto di un brand collaterale di caffè ecosostenibile. 

Nel raccontare il bond, il CFO di Starbucks, Scott Maw, ha dichiarato: “L’emissione di un bond incentrato sul sourcing sostenibile dimostra che la sostenibilità non è solo un add-on, ma è parte integrante di Starbucks, compresa la nostra strategia e le nostre finanze”.

L’idea di strategia è centrale per questo tipo di obbligazioni.

La strategia

Se consideriamo da un punto di vista puramente finanziario questo tipo di bond, vediamo com la durata media tenda ad essere di 8 anni. Inoltre, è possibile e consigliato sviluppare uno sguardo di lungo termine, piuttosto che una valutazione della resa azionaria, anno per anno. 

Come si riesce a fare una valutazione simile? Molto semplicemente, usando un elenco degli strumenti green che vengono negoziati sui mercati MOT e ExtraMOT. Riguardo a questi, un soggetto terzo (per quanto riguarda Borsa Italiana) è responsabile di certificare come vengono utilizzati i proventi dei green bond.

È evidente che il rischio di fare un investimento sbagliato è legato a doppio filo alla capacità di comprendere una strategia “green” sul lungo periodo.

Quali ambiti riguardano i green bond

Serve dirlo, in conclusione. I green bond riguardano ambiti come l’efficienza energetica, l’energia da fonti pulite, l’uso sostenibile di acqua e terra, la prevenzione dell’inquinamento, il trattamento dei rifiuti, i trasporti e l’edilizia.

 

Ultimo giorno di collocamento per gli ordini del Btp Futura, il nuovo bond emesso dall’Unione Europea per aiutare le economie prostrate in seguito all’impatto del Coronavirus. 

Qualche dettaglio – per riassumere

Quel che già sapevamo era che il Tesoro ha stabilito a 1,15%, 1,30% e 1,45% le cedole minime garantite, a 10 anni. Invece i tassi cedolari saranno stabiliti alla fine del collocamento, e cioè… Oggi!

Sapevamo anche che il Btp Futura è destinato unicamente agli investitori retail, ovvero ai piccoli risparmiatori e famiglie, virtualmente coloro che sono stati maggiormente colpiti dall’impatto del virus.

Ordini raccolti

A ieri si parlava di poco più di 561 milioni. Come deciso dal Ministero dell’Economia, il collocamento si chiuderà oggi. Ancora non ci sono dei dati ufficialmente divulgati, ma possiamo dire che il Btp Futura abbia quantomeno attirato l’attenzione degli investitori retail. 

Il premio fedeltà

C’è un’ulteriore prova della buona fede di chi ha ideato questo titolo, che sta a mio parere nel premio fedeltà. Un premio compreso tra l’1% e il 3% per tutti gli investitori che detengono il titolo fino a scadenza, nel 2030. 

Sarà in linea con l’andamento del Pil, e questo lo rende variabile, ma comunque la garanzia dell’1% per un piccolo risparmiatore non può che essere un dettaglio ghiotto. 

 

 

 

Non tutti i mali vengono per nuocere, verrebbe da dire considerando chi ha scelto di vedere il Coronavirus come un’opportunità, invece che come una paura sempre dietro l’angolo. 

La criptovaluta

Iniziamo dalla notizia che mesi fa mi ha lasciato piuttosto perplesso. In seguito alla crisi del 2008 numerose frange di investitori che hanno speculato contro i mutui sub-prime si ritrovarono poi premiati, e sembra che sia accaduta un vicenda simile a chi ha deciso di comprare le Coronacoin.

Immesse sul mercato da una società con sede nelle isole britanniche dell’Oceano Indiano, le Coronacoin sono 7,6 miliardi, come la popolazione mondiale. 

Si tratta di un puro e semplice titolo in deflazione, perché – è orribile dirlo, ma questo è il funzionamento della valuta – man mano che si registrano le contagi e morti per Covid, i token delle valute in circolazione calano.

L’ideatore della valuta, Alan Johnson, promette che il 20% del ricavato del progetto sarà destinato alla Croce Rossa. 

Le assicurazioni

Non so se vi è capitato, ma a me personalmente sono arrivate diverse pubblicità di polizze anti-Covid. Mi pare che in realtà siano poco più che delle polizze salute, nella maggior parte dei casi.

Quel che si vede in molti casi è la delega di gestione a blockchain, che dovrebbero rendere automatico e snello il processo della sottoscrizione di queste polizze.

È presto per fare un calcolo costi/benefici; probabilmente vedremo il ricavato di queste soluzioni tra qualche mese.

Il settore biomedico (che però non ha speculato)

Come abbiamo già accennato, il settore biomedico è l’unico vincitore, anche morale, di questa crisi. 

Di speculazione non si tratta, visto che parliamo di un ambito necessariamente in crescita, che potrebbe anche rendere l’Italia più competitiva sul mercato globale.

Allo stesso modo del biomedicale, anche gli strumenti di chat, videochat e simili sono in netta crescita. Com’era inevitabile, visto che l’intero sistema scolastico italiano si è spostato sui vari Meet, Zoom, Whatsapp, eccetera.

Posso dire di aver assistito, incolume, a un’altra rivoluzione.

Se n’è parlato tanto, ma è arrivato forse il momento di fare due conti. Questo Mes è vantaggioso o è svantaggioso per una prospettiva di lungo termine dell’economia italiana?

Innanzi tutto, vediamo di approfittarne per fare un ripassino di finanza di base. Vediamo insieme come si calcola il rendimento di un titolo.

Come si calcola il rendimento

Il rendimento di un titolo si calcola facendo un incrocio di 3 valori: prima di tutto il tempo che si impiega per l’operazione. Poi, l’ammontare dell’investimento iniziale, e infine i flussi di cassa dell’investimento stesso, che vanno a definire l’ammontare finale ricevuto dall’investitore.

Così è un’equazione estremamente semplificata e molto banalizzata, ma è utile per capire grossomodo cosa significano le percentuali che vediamo nei telegiornali relativamente ai titoli statali. Va poi aggiunto che i titoli di Stato prevedono l’opzione delle cedole, cioè una sorta di pagamento rateizzato all’investitore, che comunque alla scadenza prevista riceverà indietro l’intero ammontare del suo debito, più gli interessi.

Come si calcola in pratica il rendimento? C’è un’operazione molto complessa, che potete comodamente trasferire su un foglio Excel, oppure potete chiederla al vostro financial advisor di fiducia. Insomma, non c’è modo di perdersi con il rendimento.

Siamo Mes male?

Il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis sostiene che in Italia ci sia una “narrativa ingannevole” per quanto riguarda il Meccanismo europeo di Stabilità (Mes). 

Ma ormai non è del tutto vero: sono molti infatti gli analisti finanziari italiani che vedono il Mes come un’opportunità. Soprattutto alla luce della forte spesa che gli Stati membri dovranno affontare per il Coronavirus (parliamo circa del 2% del Pil).

In sostanza, un punto forte è la non-condizionalità che il Fondo applica per erogare i prestiti, cosa che lo rende diverso dal tentato salvataggio della Grecia di qualche tempo fa.

Il Sole 24Ore a differenza di quanto avvenuto in passato per i salvataggi di Stati membri come accadde con la Grecia. Unico vincolo, che si investa sulla spesa per la sanità pubblica.

Si parla di circa 36 miliardi di euro, virtualmente, a disposizione dell’Italia, con un tasso annuale a 0,1% e costo annuale di 0,005%.  Volete provare a fare il calcolo?

Il rating dei titoli italiani è stata valutata dall’agenzia di rating Moody’s un Baa3. Un’ottima notizia, perché tiene l’Italia esattamente un gradino prima dei cosiddetti titoli spazzatura, i junk bond.

Gli altri rating: un bilancio positivo

Si conferma quindi la valutazione di Standard&Poor’s, che aveva fatto ben sperare chi seguiva i titoli nostrani, con una valutazione di fine aprile un poco più generosa di Moody’s. 

Uno sguardo positivo lo aveva anche dato la Dbrs, l’agenzia canadese che è rimasta sulla linea di S&P, ma con outlook negativo.

Se consideriamo che Fitch conferma il BBB, che per l’agenzia internazionale significa, di nuovo, un passo prima del declassamento, possiamo insomma tirare un sospiro di sollievo.

Finché dura

Il rating attuale, salvo sconvolgimenti politici o planetari, dovrebbe restare valido fino ad autunno. Considerando che gli analisti sono stati in generale influenzati anche dai provvedimenti della Banca Centrale Europea, possiamo sperare in un futuro se non roseo, almeno stabile.

Possiamo quindi ringraziare, almeno per quanto riguarda il rating dei titoli italiani, il Pepp, il cosiddetto bazooka da oltre 750 miliardi di euro. Facciamo una rapidissima panoramica per riassumere in cosa consiste questo piano varato in primavera dalla BCE per rispondere alla situazione di emergenza.

In cosa consiste il bazooka

Innanzi tutto, la somma. L’ammontare totale ha superato i 750 euro, che è una cifra di carattere davvero emergenziale. Poi, la scadenza, che è stata prorogata di recente fino a fino 2020.

Ancora, un provvedimento che a quanto apre non interesserà i titoli italiani: l’acquisto di bond è stato esteso anche a quelli che sono considerati junk bond, i titoli spazzatura. 

Infine, in caso di titoli di Stato che comunque scadono: ci sarà un reinvestimento integrale del capitale rimborsato.

Possiamo quindi considerarci schermati, per ora. Nelle prossime puntate andremo a fare uno scanner economico, e meno finanziario, alla situazione italiana.