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Ci sono quasi tutti, i mostri sacri della pittura rinascimentale: Giotto, Beato Angelico, Botticelli, Leonardo sono solo alcuni tra gli artisti che verranno “esposti” a ’Nella luce degli Angeli’, la mostra virtuale natalizia che si terrà in qeusti giorni agli Uffizi.
Tra le opere ospitate, la Maestà di Ognissanti di Giotto, l’Incoronazione della Vergine del Beato Angelico, la Madonna del Magnificat di Sandro Botticelli, il Battesimo di Cristo di Andrea del Verrocchio e del giovane Leonardo da Vinci, l’Angelo musicante di Rosso Fiorentino.

Sarà virtuale perché verrà pubblicata in ipervisione nel sito ufficiale del museo.
Parliamo nello specifico di 12 riproduzioni in altissima definizione di opere appartenenti alle Gallerie degli Uffizi.

   Commenta il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt: 

Lo scorso anno la prima ipervisione natalizia con capolavori degli Uffizi ‘Oggi è nato per voi un Salvatore’ (dedicata al tema della Natività) aveva riscosso grande successo, con decine di migliaia di visite virtuali da tutto il mondo solo durante le settimane delle feste natalizie. Abbiamo deciso di ripetere l’appuntamento anche quest’anno con un tema che ispira dolcezza e pace, infondendo l’idea di prossimità tra umano e divino. Con queste magnifiche immagini le Gallerie degli Uffizi augurano Buone Feste a tutti nel mondo. (Fonte: Ansa)

 I resti perfettamente conservati di una donna sono stati trovati agli Uffizi di Firenze nell’area di scavo adiacente all’aula di San Pier Scheraggio. Si tratta di uno scheletro rinascimentale, spiega il museo, perfettamente conservato e risalente presumibilmente alla fine del ‘400. Le spoglie sono in un punto dove un tempo c’era una chiesa, esistente prima ancora che gli Uffizi fossero edificati e ne ‘inglobassero’ gli spazi. Era un luogo di culto molto frequentato, tra l’altro anche dal sommo poeta Dante Alighieri.
    Gli scavi archeologici effettuati sotto la guida della Soprintendenza da circa 20 anni, hanno riportato alla luce una porzione dei sotterranei dell’antico edificio religioso, che, come usava nel passato, veniva anche usato come luogo di sepoltura. Lo scheletro, indicato con codice identificativo 101, verrà ora portato ai laboratori di archeoantropologia della Soprintendenza per essere sottoposto ad esami ed analisi.

(Fonte: Ansa)

Dopo quanto tempo è lecito considerare un cadavere una prova documentale? Intendiamoci, lo è già per la medicina legale, ma i miei pensieri veleggiavano più verso l’archeologia. C’è mai stato qualcuno a teorizzare il minimo tempo speso da una decomposizione per autorizzare lo scavo su di essa?

Una scheletro del 1500 è prova documentale? Studi sull’alimentazione se ne possono fare, anche se le abitudini mondane dell’epoca possiamo ben saccheggiarle al di fuori delle tombe. E poi, ai fini di quale ricerca storica interessa avere questi dettagli così approfonditi?

Mentre le donzella viene spolverata, io mi pongo questi quesiti. Chissà se uno storico dell’arte penserà mai (o avrà pensato) a legittimare il confine tra fas e nefas, in questo spaventoso e prolifico campo.