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Dovessi descrivere la società londinese, dai mille volti e dalle infinite sfumature, probabilmente ripeterei ciò che ho detto precedentemente: la trovo nella sua flessibilità una metafora del mondo odierno, preda di un incessante sviluppo. Come ogni megalopoli ha molteplici ritmi interconnessi fra loro, nelle minime ore di riposo della città, c’è sempre chi va al lavoro e chi invece torna a casa o esce con altre persone. Londra è una città che vive di colori e profumi diversi che mischiano le diverse etnie e le differenti culture. Una cosa rimane innegabile, se lo si vuole, ogni giorno è capace di stupirci e farsi scoprire in modi sempre diversi.

Un modo tutto particolare per vivere questa capitale e scoprirne angoli inediti, è quello di lasciarsi trasportare dalla musica. Anche nel frastuono del progresso, la guida della musica classica riporta in realtà familiari, negozi deserti e bancarelle affollatissime. Non è certo un caso che il più vecchio negozio di dischi di tutto il mondo, lo “Spillers Records”, sia inglese.

A prescindere dal genere musicale a cui ci si appassiona, scoprirne la versione in vinile rimane un modo di vivere e scolare la musica davvero unico, a cui diventa veramente difficile rinunciare.

Società che non vuole perdere una magia passata

In questi anni la vendita dei vinili nella capitale londinese sta prendendo sempre più piede, permettendo così a chi se ne occupa di poter sviluppare idee nuove ed eventi, che permettano anche ai più giovani di venire in contatto con questa realtà. Si organizzano così dj set, concerti, mostre ma anche biblioteche del vinile. Una vera e propria arte quella della musica su giradischi che i cittadini del mondo non sembrano voler abbandonare. Il progresso tecnologico ha aggiunto nuovi modi di fruire la musica, sempre più veloci e privi di ostacoli, tuttavia credo che proprio questo modo vorace abbia lasciato spazio a un’esigenza diversa in molte persone: la necessità di un rito rilassante che accompagni l’ascolto della musica. La ricerca del vinile in pittoreschi angoli delle città, il suo montaggio sul giradischi in una sala silenziosa, accompagnato da una meditazione musicale in poltrona.

Solo lasciando fuori dalla porta le corse frenetiche per risalire i gradini della scala sociale frammentata, tipica del mondo odierno, riuscirete ad apprezzare la calma e la pace di un buon disco.

Dopo una battuta di arresto durata anni, c’è ancora futuro per il vinile?
Devo doverosamente fare una premessa: parlo esclusivamente di ascolto musicale per appassionati, nulla a che fare con investimenti e sviluppo economico del vinile. Nel corso della mia vita ho ascoltato musica in tutti i modi disponibili, dalle gracchianti radio di metà 900, fino agli smartphone con app dedicate e YouTube. Anche per questo negli ultimi anni il mercato del vinile ha subito una battuta di arresto, causa principale è la creazione di nuovi supporti per ascoltare musica, sempre più pratici e alla ricerca del suono perfetto. Dalla musicassetta al CD, per arrivare ai file mp3, il modo di fruire la musica ha subito una vera rivoluzione, non solo sonora ma anche fisica. Con i nuovi supporti digitali non si possiede più fisicamente qualcosa, non si ha la bramosia di sfogliare i testi e le foto presenti all’interno della copertina. Si guadagna in praticità, certamente, ma anche interagire con il supporto credo sia un modo importante per approcciarsi alla musica.
Sicuramente il suono è andato migliorando e ricercando una perfezione che forse nel passato non era possibile, ma non è sempre un lato positivo. Il vinile con il suo suono morbido risulta unico e sempre diverso ad ogni ascolto, ogni granello di polvere presente sul disco rende diverso ogni ascolto.

Battuta di arresto superata dall’unicità della “user experience”?

Sicuramente dopo un periodo in cui l’ascolto di dischi in vinile era riservato ai collezionisti, ora il mercato sembra avere nuove richieste e proposte. L’estesa disponibilità economica dei possibili consumatori e l’estesa disponibilità logistica dei venditori, hanno ampliato le possibilità di fruizione. L’esperienza unica d’ascolto ha fatto il resto.

In questo rinnovato fervore collocherei il Vinile Expo di Novegro, poco fuori dalla Milano dell’arte e dell’economia, che accoglie numerosi stand sia italiani che stranieri per la vendita e l’esposizione di dischi da collezione. Ben vengano inoltre le nuove proposte tecnologiche per un ascolto anche senza giradischi, per chi vuole più comodità ma senza rinunciare al gusto retrò.
Da semplice fruitore della musica, sono comunque felice di questa riscoperta del suono d’altri tempi, che non è come quello odierno, definibile quasi usa e getta, ma nasce dal rispetto di ogni sua singola parte.
Certo, questa riscoperta potrebbe anche essere una moda passeggera, ma credo che il gesto di posizionare la puntina sul solco giusto e far partire un disco di vinile, generi comunque un valore esperienziale eccezionale. Magari nostalgico nei più anziani ed esplorativo nei più giovani, in ogni caso da provare, in silenzio.