Meteorite Ipazia, titolano i giornali.

Una figura controversa, così densa di categorie disparate da permettere appropriazioni ideologiche da fronti diversi.

Tralasciando in blocco clericalismi dell’ultim’ora, il mio pensiero va alla scuola di Atene del nostro Raffaello.

Che Ipazia trovi posto in questo consesso di grandi è in realtà un’equazione non così scontata. Lo stilnovismo, la mentalità cortese e la letteratura trobadorica da sole non bastavano ovviamente ad acuire l’interesse verso coloro del gentil sesso che manifestassero inclinazioni aristotelicamente “maschili”. La Beatrice dantesca non ha meriti intellettuali di sorta, per intenderci.

Un altro fattore da considerarsi è l’interesse dell’Umanesimo in un certo senso relativistico verso le conquiste scientifiche. Mi spiego, l’Umanesimo ha in sé i germi del metodo galileiano, almeno così ci insegnano i manuali di letteratura vocati alla nozione di continuità storica e progresso. Secondo questa visione, l’Umanesimo non è che un preludio, con la sua ricerca filologica, al tentativo di scandaglio veridico che poi sarà prerogativa e caratteristica delle scienze.

Meteorite Ipazia, una fusione tra generi

Il meteorite Ipazia quindi mi evoca anche quel meteorite che fu quella figura storica. Una donna, innanzi tutto, che per l’epoca ellenistica aveva più spazio di manovra della donna ellenica. Più accesso alla cultura, quantomeno, vista la fruizione documentata bi-genere delle Biblioteche di Alessandria e Pergamo, ad esempio. Ora, non so se fossero due realtà cosmopolite al punto da accettare la stranezza femminile, constato unicamente un dato di fatto.

Quindi, Raffaello percepì in lei non solo la dignità di parola e di ricerca spirituale attribuita alle donne cortesi accrescitrici di spirito. Ma anche, e soprattutto, una mente razionale, in barba a quella stessa concezione aristotelica che l’avrebbe privata dell’animo intellettivo. In quanto donna, sempre.

Il laicismo del quale è stata ammantata dalla tradizione successiva non preoccupa ovviamente Raffaello, che ha le Stanze Vaticane come obiettivo. Trovo comunque significativo il fatto che l’istituzione ecclesiastica consentisse all’epoca uno spiraglio di dissenso simile. Ingentilito dal tributo a Umanesimo e valori cortesi, che comunque denotano più una secolarizzazione dell’istituzione che altro.

Più che veicolo ideologico, mi pare molto una patina “fashion”, l’inserimento di Ipazia.