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Il tessuto imprenditoriale italiano e mondiale sta cambiando. Inutile sperare che tutto ritorni alla normalità presto: è probabile che, come le crisi economiche che hanno colpito la seconda metà dello scorso secolo, anche questa pandemia abbia strascichi lunghi.

È molto interessante seguire le strategie specificamente antivirus, che sono in corso da parte di aziende di diversi settori, per quanto loro compete. Dal tessile all’automobilistico, l’obiettivo è contenere il contagio attraverso il prodotto stesso, quindi parliamo di adattamenti tecnologici.

Se da una prospettiva macroeconomica il panorama di crisi per tutte le piccole e medie imprese comincia a diventare drammatico, soprattutto in alcuni settori, più da vicino è interessante fare una piccola rassegna delle idee delle aziende nel mondo, per vedere come hanno reinventato le proprie linee prodotto.

Questa sarà una rassegna tecnologica, e il meno possibile pubblicitaria. Inizio dall’automotive, e proseguo nei prossimi articoli con altri spunti che raccoglierò nelle mie ricerche.

L’automotive

La Hyundai ha ideato un sistema di sanificazione dell’abitacolo mentre il passeggero non è a bordo. La procedura avviene attraverso i raggi UV, e dovrebbe evitare il contatto tra i raggi, come è noto dannosi per l’essere umano, e le persone presenti in auto.

È evidente che la Corea voglia mantenere una buona posizione per quanto riguarda sia l’innovazione tecnologica, sia la lotta al virus.

Ma nell’automotive abbiamo anche diverse spinte da diverse case automobilistiche per migliorare la qualità dell’aria nell’abitacolo. I metodi erano già noti, e riguardano gli impianti di condizionamento e riscaldamento.

La Cina sta anche introducendo dei metodi di sanificazione all’ozono, l’elemento più utilizzato dai nostrani gestori di esercizi commerciali e ristoratori perché inodore, anallergico. 

L’ozono infatti si lega alle particelle, compresi agenti microbici e virali, e li porta a temperature che questi non possono sopportare. Non lascia residui tossici e non rischia di essere inalato, perché da quanto ho capito è estremamente volatile.

Insomma, il nostro destino è iniziare a portare una fialetta da viaggio piena d’ozono, come la dame ottocentesca memoria con i sali?

Chi lo sa. Proseguiremo nel prossimo articolo con qualche altra strategia. State connessi.

 

 

Con gli spauracchi e i capri espiatori abbiamo imparato a farci i conti quotidianamente, grazie alla recente epidemia di Covid-19. Potremmo aver calato però involontariamente l’attenzione da altri fenomeni di terrorismo ideologico, concentrandoci su salute e dispositivi medici.

Mentre ci affannavamo per evitare lotte all’untore di manzoniana memoria infatti, alcune immagini di trasmettitori in fiamme in UK ci hanno fatto sobbalzare sulle poltrone.

Gli spauracchi

Il 5G è una nuova forma di tecnologia della comunicazione, che dovrebbe sfruttare l’ampiezza di banda meglio rispetto all’odierno 4G. Dovrebbe anche, dicono gli articolisti meno approssimativi, consentire a chi vive in una zona remota di avere maggiore e migliore accesso a una connessione di buon livello.

Dibattito più attuale che mai, se consideriamo l’enorme risorsa culturale della scuola a distanza, che solo una decina d’anni fa non sarebbe stata pensabile.

Perché la paura

Quindi, che senso avrebbe un’opposizione a prescindere? Non mi addentro nel dibattito, perché mi sono fatto spiegare la questione da persone che lavorano nel settore, e tuttora credo di non avere la competenza tecnologica sufficiente per dirimerlo.

Però posso dire una cosa: mettere a fuoco una struttura di interesse pubblico significa che lo spauracchio è in qualche modo andato a segno.

Al di là della sacrosanta validità di ogni dibattito su ogni innovazione tecnologica, non possiamo non stupirci che un Paese storicamente così civile sia teatro di simili aberrazioni.

Il valore della conoscenza scientifica

Non serve essere engagé per trovare ributtante un simile effetto di una propaganda scientifica che non è stata evidentemente svolta correttamente.

Anche perché, com’è possibile che nemmeno in Italia ci sia un dibattito scientifico che tutti possiamo comprendere? Da un lato ci sono quelli che difendono questa nuova tecnologia a spada tratta, dall’altro i complottisti, che conosciamo come arroccati.

Ma se invece di un marketing martellante si farà una corretta informazione, forse quante antenna la salveremo dalla furia piromane.