122mila presenze stimate per il Festival Letteratura di Mantova di quest’anno.

Una città che come spazi non brilla certo per la larghezza dei boulevards. Piazza Sordello ben si presta ai gazebo e alle folle oceaniche del Festival Letteratura, ma il resto delle vie del centro storico risulta intasato, e i ristoratori si fregano le mani ma sembrano accusare il ritmo frenetico.

Un investimento, questo festival che l’anno scorso ha compiuto vent’anni di vita, e che ha valso a Mantova il fregio di Capitale della Cultura 2015.

Non vorrei sbilanciarmi nella valutazione sugli autori coinvolti, ma la pretesa di una folla oceanica richiede necessariamente l’adeguamento del contenuto?

Leggo ora l’editoriale di Davide Longo sul Festival letteratura, il tono decisamente più da “festival” che da “letteratura”. Alle apologie del mostro sacro dello storytelling seguono commenti entusiastici sul “clima” e sulla “democrazia” del festival: al festival possono essere chiamati a partecipare autori alle prime armi come navigati poeti sconosciuti, come autori da ribalta.

Senza nulla togliere al raduno di massa, le critiche in merito sono doverose. Si continueranno a raccontare storie anche quando il digitale avrà definitivamente soppiantato il cartaceo, si continueranno ad ascoltare e vi si assisterà. L’eterno ritorno della narrazione, lo concepisco. Capisco anche la necessità di chiamare “storytelling” la tekne di raccontare con chiarezza, ordine e adeguata retorica ogni storia.

Ma così poco è l’antico, in questa sfilata letteraria. Così tanto spazio invece ha sapore di promozione. Come, ripeto, è giusto che sia per un festival. Ma uno spazio dedicato ai grandi che hanno reso grande l’Italia con le loro penne, non credo nuocerebbe alla partecipazione di massa. Approfittando proprio dell’investimento sul format ammiccante al pop fatto finora.

Non credo che spingere la Letteratura oltre il limite del contemporaneo costituisca una perdita.

In termini di pubblico. In ogni caso, un plauso a Mantova per l’iniziativa, e per la continuità e l’alto profilo logistico. Comunque, se lo meritano.