Sento sempre più spesso persone anche del Nord Italia che utilizzano correntemente il termine “sciapo”. Chiunque abbia visto almeno un film in romanesco, anche non necessariamente stretto, ha imparato a riconoscere questo termine come sinonimo di “insipido”, “insapore”.

Però quando è successo che “sciapo” ha smesso di essere considerato un’esoticheria, ed è diventato italiano?

Ho fatto una piccola ricerca.

“Sciapo” è italiano… ma non troppo 

A una prima rapida ricerca, si scopre che alcuni dizionari enciclopedici definiscono il termine “sciapo” come un regionalismo centro-italiano.

Tecnicamente, quindi, non fa parte della lingua italiana, se non come variante locale – però attenzione: non dialettale!

Etimologia

La parola “sciapo” ha una derivazione dal latino “insipidus,” che significa “senza sapore” o “insipido”. La trasformazione linguistica e fonetica ha portato all’evoluzione del termine nel corso del tempo, passando attraverso varie lingue e cambiando leggermente la sua forma. “Sciapo” in italiano riflette questa evoluzione e continua a essere utilizzato per indicare qualcosa di privo di sapore o poco interessante. 

Ma abbiamo anche una derivazione greca.

L’origine del termine “sciapo” è collegata al termine “sképos,” che significa “inconsistente” o “senza gusto.”

Inconfondibile quindi la derivazione mediterranea.

Cambiamo gli accenti

La cosa che più mi ha divertito durante le mie ricerche su Google è stato vedere la domanda: “come si scrive sciapò?”.

Inizialmente non avevo capito. Possibile che fosse un errore di battitura?

Poi ho ripetuto il termine tra me e me.

E poi ho incontrato un’altra domanda, che mi è stata d’indizio: “cosa vuol dire bravo, sciapò?”.

Bingo.

L’ignoranza diffusa ha colpito ancora, ma stavolta in modo capillare, massificato.

Chapeau. Come ho fatto a non pensarci prima?

Ecco che nell’abisso dei burocratismi, degli anglismi e dei gerghi tecnici che trovano sempre maggiore palcoscenico, torniamo a considerare Chapeau come un termine esotico, dall’origine incerta, entrato a pieno titolo nell’italiano parlato correntemente.