Il falso può essere un’opportunità? Spesso sentiamo i critici e gli storici d’arte discutere su quanto si possano definire capolavori d’autore le opere andate quasi totalmente perdute e poi restaurate. Sono quindi un falso, poiché ricostruite con colori e materiali non più originali o sono da considerarsi opere d’autore, poiché nella forma rispettano esattamente il disegno dell’originale? Un dibattito interessante che porta con sé molte domande.

Purtroppo queste domande emergono spesso dopo tragedie come terremoti che portano devastazione in tutti gli ambiti. Se pensiamo alla chiesa di Assisi, capolavoro assoluto dell’arte che ha rischiato di andare perduto per sempre con il terremoto che ha distrutto la chiesa, ma anche all’Ultima cena di Leonardo che, a causa dell’incompatibilità della tecnica utilizzata dal Maestro con l’umidità presente nel muro, cominciò fin da subito a degradarsi. Gli esempi sono tantissimi, che si tratti di quadri, manoscritti o sempre di libri, affreschi, monumenti o arazzi, il degrado di un opera, per i vari motivi, può portare alla sua totale perdita. Per questo può essere disposto un arresto alla fruizione di tali opere, ma questo è un altro discorso.

Il falso come può quindi rivelarsi un’opportunità?

Dopo una grande perdita o una grave mutilazione di un’opera, se vi è la possibilità di ricostruire il più fedelmente possibile, seguendo le indicazioni dell’autore, leggendone le sue linee guida e studiando il suo pensiero, ebbene, questo può permetterci di emozionarci ancora davanti a ciò che altrimenti sarebbe stato perduto per sempre.

Certo le tecniche moderne e all’avanguardia permettono la ricostruzione estetica fedele dell’opera, ma a volte vengono utilizzati materiali differenti per permettere una migliore resistenza ad altri eventi sismici, per evitarne crepe e cedimenti. Mi chiedo tuttavia chi sarebbe disposto a rinunciare alle opere più belle del mondo solo perché non più totalmente originali?

Il tempo è un nemico inesorabile per la conservazione, ma dobbiamo imparare a conviverci e a valorizzare ciò che abbiamo. Alcune opere mantengono un senso simbolico importante anche se danneggiate dal tempo, ma se sono state danneggiate recentemente e abbiamo la certezza di come fossero nella loro completezza, allora trovo che possano essere almeno parzialmente ricostruite, senza ingannare il fruitore, ovviamente.

L’importante in fondo è emozionarsi davanti a queste opere così importanti, appassionarsi e poterle vivere, che esse siano sopravvissute integre al tempo o no.