Ho letto un bell’articolo sul Sole online, su come i master in finanza spalanchino prospettive non necessariamente orientate alla banca. In particolare, si parla di fintech, le financial technologies che molti studenti considerano una rischiosa alternativa al noto ambiente della banca.

Au contraire

L’opposto di quello che l’americanismo con il quale viene oggi concepito il manager di successo porterebbe a credere. Come dice l’articolo nel suo incipit, pensiamo ai fondatori di Facebook o Microsoft, sono ex accademici che hanno mollato gli studi per impararsi la finanza da soli.

Qui il master in finanza è a tutti gli effetti un percorso accademico, e si parla, giusto per specificare, di un effettivo ramo della finanza, che è la fintech, che direi non essere ancora una scelta di massa, ma che può aprire notevoli prospettive ai giovani che vogliono lanciarsi nell’intrigante universo delle startup.

Il master in finanza

Vediamo, che valore aggiunto può dare a una formazione accademica d’altro tipo un master in finanza? E, soprattutto, può dare un certo tipo di giovamento anche se si sceglie, dopo questa esperienza formativa, un altro percorso accademico che non sia il banchiere?

E’ il proposito dell’articolo spiegarcelo.

Le fintech sono molto richieste e un buon approdo per quanti sono intenzionati a sviluppare competenze di rilievo per lavorare nei moderni team delle banche: così dice Yvon Moysan, docente di primo livello di marketing digitale presso il corso di Master of Science in finanza dell’IESEG School of Management di Lille. In ogni caso, Moysan ammette che subito dopo il diploma la maggior parte dei 25 studenti che frequentano il corso ogni anno trova un posto di lavoro in grandi banche, invece di optare con maggiori rischi per una startup. «Per questo diploma molto specifico, gli studenti sono più propensi a lavorare nelle grandi banche», dice Moysan.

Esempi virtuosi

Tra gli esempi riportati, alcuni episodi virtuosi di startup fintech che finanziano ai propri dipendenti il master in finanza per accrescere le proprie competenze di settore.

Ricapitolando, io ci vedo: 1) investimento nell’hi-tech 2)formazione continua 3)stimolo all’impresa. Se serve cercare altri segnali positivi, mi ci impegnerò in una ricerca futura.