Coriolano è un’opera notoriamente difficile da comprendere e apprezzare. I giornalisti fanno spesso riferimento all'”effetto Coriolano” per descrivere le sfide e le complessità di un leader militare che diventa un politico. L’opera è antica e moderna al tempo stesso, in quanto esplora la politica della società della prima Repubblica romana e anticipa questioni che sono ancora attuali nel XXI secolo.

Le altre opere romane di Shakespeare

Shakespeare scrisse altre tre opere ambientate a Roma: Giulio Cesare, Antonio e Cleopatra e Tito Andronico. Tuttavia, Coriolano è il primo in termini di cronologia. Invece di concentrarsi sull’Impero romano metropolitano di Cesare e Antonio, quest’opera è ambientata agli inizi della Repubblica, in una piccola città italiana. La società suddivisione in classi ben la conosciamo, e quel che emerge qui e viene dispiegato è il conflitto che nasce dalla competizione tra queste classi per il potere e le risorse. 

La storia l’ho sintetizzata qui, ma in sostanza il suo aspetto più politico è il fatto che Sicinio Veluto e Giunio Bruto cavalchino il potere conferito loro dalla folla per diventare tribuni. 

Analogia del ventre e delle membra del corpo

Menenio, un patrizio, cerca di spiegare il rapporto tra il governo e i governati usando l’analogia del corpo politico, con l’analogia del ventre e delle membra del corpo.

Qui, il Senato è come il ventre che accoglie e distribuisce il cibo alle altre membra, che rappresentano i cittadini. Facile il parallelismo con i tentativi di soffocare gli indipendentismi che nascono da regioni produttive, come quello lombardo o quello catalano, o come fu quello del sud degli States appena la Confederazione nacque. E infatti Coriolano non se la beve.

Nella tragedia si oppone, da buon capopolo vero, con un’origine solidamente militare, ai tribuni e ai loro appelli alle masse.

L’ascesa politica

Dopo il ritorno dalla guerra, Coriolano cerca di diventare console romano. Per farlo, deve ottenere il sostegno della gente comune. Tuttavia, non può comportarsi come un politico perché considera tale comportamento ingannevole e teatrale. La sua mancanza di esperienza politica lo rende vulnerabile ai suoi avversari, che lo superano nell’arena politica. I tribuni lo fanno bandire e Tullo Aufidio, suo nemico, usa le sue abilità politiche per farlo uccidere.

Insomma, i riferimenti politici non mancano. Come tutti i Classici, anche qui possiamo astrarre questo rappresentazione e considerare come alcuni paradigmi sono ancora validissimi al giorno d’oggi, oltre che ripetutamente saccheggiati dal cinema, dalla letteratura e dal teatro.