Randal Johnson e Robert Stam, i due principali storici del cinema brasiliano in lingua inglese, dividono il Cinema Nôvo in tre fasi, la prima delle quali va “dal 1960 al 1964, data del primo colpo di stato; dal 1964 al 1968, data del secondo colpo di stato; e dal 1968 al 1972”. 

Fase 1

La prima fase è stata caratterizzata dall’opposizione al cinema commerciale in tutte le sue forme, dove il cinema era concepito come politico, e contro il neocolonialismo. In genere, i film della prima fase trattavano “i problemi del lumpen-proletariat urbano e rurale: la fame, la violenza, l’alienazione religiosa e lo sfruttamento economico”.

I film non rifuggivano dalla rappresentazione della dura realtà della vita, ma mantenevano comunque una certa visione ottimistica, forse come riflesso della giovinezza dei cineasti, prevalentemente giovani.

Uno di questi fu Glauber Rocha, che oggi è generalmente considerato il più grande di tutti i registi brasiliani. Il suo primo lungometraggio fu Barravento (Il vento che gira, 1962), storia di una comunità di pescatori bahiani (principalmente afro-brasiliani), che realizza una sintesi dialettica tra alienazione religiosa e progresso e tra metodi di pesca passati e presenti.

Nella sua strana combinazione di elementi realistici, tra cui le riprese sul posto e l’impiego di attori non professionisti, con montaggi eisensteiniani e movimenti di macchina deliranti, Barravento anticipa il secondo lungometraggio di Rocha, Deus e o Diabo na Terra do Sol (letteralmente “Dio e il Diavolo nella Terra del Sole”, ma con il titolo inglese “Black God, White Devil”, 1964), e segna l’originalità del suo lavoro per il nuovo cinema brasiliano.

Dio nero, diavolo bianco è ambientato nel sertão, la leggendaria, inospitale regione del nord-est brasiliano colpita dalla siccità, dove la pioggia arriva di solito solo sotto forma di alluvioni improvvise. Il film combina miti sincretici del nord-est con versi popolari, letteratura cordel e musica indigena brasiliana, sia classica che folkloristica, e stilisticamente mescola la messa in scena di tableaux e la recitazione melodrammatica, girata in tempi lunghi realistici con movimenti di macchina a scatti intervallati da jump-cut.

I personaggi principali sono contadini sertanejo itineranti che interagiscono con i ferventi seguaci religiosi (beatos) del mistico nero Sebastião e con vari banditi, per lo più buoni cangoceiros finiti male, che alla fine vengono risparmiati dal cattivissimo “assassino di cangoceiros”, Antonio das Mortes.

Altri film chiave della prima fase sono l’antimilitarista dialettico Os Fuzis (I fucili, 1964) di Ruy Guerra, che demistifica il misticismo e in cui i personaggi di un giovane soldato, Mário, e di un camionista, Gaúcho, Ganga Zumba (1963) di Carlos Diegues, sulla rivolta degli schiavi, e Vidas Secas (Vite aride, 1963) di dos Santos, un’esposizione definitiva e prevalentemente realista della lotta di una famiglia per vivere nel sertão.

(continua)