Trovo a dir poco ironica la notizia che leggo casualmente sul Corriere Milano. In estrema sintesi: si trova un cumulo di rifiuti in un campo, vengono chiamati gli agenti. Questi frugano in mezzo alle suppellettili, poltrone, mobili, cartacce, vecchi libri. Trovano un tesi di laurea battuta a macchina, scritta 60 anni fa, e attraverso il nome impresso in copertina risalgono agli eredi della studentessa, colpevoli del fattaccio.

Montesquieu traditore

Che lo spirito delle leggi sia o meno nel contenuto della tesi in questione, non ci è dato saperlo. Ma la ratio del provvedimento di frugare nei rifiuti d’altri, se ci pensiamo, è di per  sé la scoperta dell’illecito, e non la violazione della privacy.

Se vogliamo quindi uno spirito della legge, che poi è di per sé la ratio stessa, prevede che si possa attuare una simile ricostruzione. Le attività ispettive e investigative si basano su questo principio del libero frugar, nel nobile intento di scovare gli illeciti. In questo caso, ambientali, e di estrema carenza di senso civico e rispetto delle norme sullo smaltimento dei rifiuti.

Ma che dire, in questo caso la ratio del provvedimento ha scovato uno dei manuali più basilari per chi vuole capire cosa sia la ratio nelle leggi.

Mi immagino la sorpresa degli agenti nel trovare il manuale, con un nome e cognome in bella vista, rivelatore come il cuore di Edgr Allan Poe. Chissà se a scuola avevano ricevuto solide nozioni sull’immenso pensatore e giurista francese, chissà se hanno colto l’ironia.