Tutela e conservazione non sono sinonimi.

Pensiamo al Ministero per la COnservazione dei Beni Culturali e al modo in cui operi per promuovere al grande pubblico tutti i beni sotto la sua giurisdizione.

Non casualmente stavo per scrivere “tutti i beni sotto la sua tutela”.

La tutela è un concetto che forse potremmo assimilare a quello di responsabilità: se ci riferiamo a oggetti animati, la nostra responsabilità nei loro confronti si misura nel modo in cui essi interagiscono con gli altri. Se io porto la mia figlia piccola al supermercato sono responsabile non sono di non perderla, ma anche che non vada a importunare l’ordine pubblico (ad esempio) tirando giù la merce dagli scaffali e giocandoci a tiro al piattello.

Se vogliamo affrontare i risvolti della responsabilità legale, scoperchieremmo un vespaio.

Passando senza colpo ferire agli inanimati, responsabilità e possesso coincidono spesso. Però non ho necessariamente responsabilità di una mia proprietà, mobile o immobile, mentre, a meno che non sia per questioni professionali, se devo ritrovarmi a essere responsabile per un bene, significa che ne ho la proprietà.

Il concetto di tutela, se riferito all’esempio della figlia piccola, si rivolge più al non perderla che non all’eventuale disturbo della quiete pubblica. Devo far sì che sia nutrita, vestiti, felice e realizzata come bambina e come adulta, devo fare quanto è in mio potere per garantirle, nei limiti della legalità, una vita che secondo i miei parametri e secondo i parametri sociali è soddisfacente. Finché, almeno, non esce dalla mia tutela.

I beni culturali devono essere secondo me sì conservati. Sono oggetti che si deteriorano, che sono bersaglio delle intemperie.

Se parliamo di tutela però escludiamo tutto l’aspetto che nella conservazione è chiaro: oltre a conservare in senso gretto, devo anche promuoverli nel modo corretto, perché è attraverso l’interesse pubblico, come un faro salvifico, che le opere vengono restituite dall’oblio al quale altrimenti sarebbero destinate. Per un’opera il peggio dal quale la tutela protegge è proprio l’oblio.

Credo che se accettiamo questa visione, abbiamo già compiuto un notevole passo avanti nel nostro rapporto con i Beni Culturali.