Guerre, crisi, pandemie: siamo in un periodo non certo florido né per gli investitori, né per chi presta attenzione ai tassi d’interesse, né per moltissime altre categorie che – abbiate pazienza – non sto qui ad elencare.

È forse in questi momenti che anche i liberalisti più assidui e convinti cominciano a vacillare, e a invocare forse un briciolo di interventismo, onde sopperire alle mancanze che il libero mercato in tempo “normali” sembrava soddisfare così bene.

Classificazioni a parte, esistono in realtà da tempo diversi dibattiti sulla liceità o meno della regolamentazione del mercato in chiave politica, e soprattutto sulla sua gradazione.

Nel contesto del dibattito si colloca un pensiero a mio parere molto pionieristico, ma assai interessante: quello degli anarco-capitalisti.

Ma come, l’anarchia non era intrinsecamente anti-capitalista?

Apparentemente no.

Tutto può cominciare da un’osservazione più da vicino dall’Islanda medievale.

Perché l’Islanda medievale?

Secondo il teorico libertario David D. Friedman, “le istituzioni islandesi medievali hanno diverse caratteristiche peculiari e interessanti; potrebbero quasi essere state inventate da un economista pazzo per testare fino a che punto i sistemi di mercato possano soppiantare il governo nelle sue funzioni più fondamentali”. [Pur non definendolo direttamente anarco-capitalista, Friedman sostiene che il sistema giuridico del Commonwealth islandese si avvicina a un sistema giuridico anarco-capitalista del mondo reale.[157] Pur notando che esisteva un unico sistema giuridico, Friedman sostiene che l’applicazione della legge era interamente privata e altamente capitalista, fornendo alcune prove di come funzionerebbe una società di questo tipo. Friedman scrive inoltre che “anche quando il sistema legale islandese riconosceva un reato essenzialmente “pubblico”, lo trattava dando a qualche individuo (in alcuni casi scelto a sorte tra le persone colpite) il diritto di perseguire il caso e di riscuotere la conseguente multa, inserendolo così in un sistema essenzialmente privato”.